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Stanotte resta con me 2
Stanotte resta con me
Mario: Vi ho trovato tutti e tre insieme a cospirare alle mie spalle. Avevate pensato a tutto… il medico che mi rinchiude… e tu che ti impadronivi della mia azienda, è così? – Dorina: E’ stato un bello scherzo, Mario. Ci siamo tutti divertiti, ma ora dammi quella pistola – Mario: Uno scherzo… era solo uno scherzo! – Dottore: Certo. Ora vieni con me – Mario: Ma che succede… che di faccio qui…? Io non vi conosco!
Dorina: Non ci credo. Voglio che guarisca, che sia ancora l’uomo che ho sposato. E’ un uomo buono, affettuoso. Io lo amo, capisci? – Dottore: La sua guarigione dipende da te, dalla tua forza di sopportazione, dal tuo coraggio – Dorina: Lo giuro, tutto quello che posso fare, lo farò. E’ il mio uomo – Dottore: Brava Dorina… l’amore a volte fa miracoli – Dorina: Mario, come stai? Non mi riconosci? Sono io, Dorina, tua moglie – Mario: Ah, Dorina… certo sì, Dorina. Mi sembra di conoscerti.
Il dottore chiede a Dorina di non far incontrare Mario con la madre, perchè lo ritiene controproducente, ma Dorina, pur non andando d’accordo con lei, vorrebbe farli incontrare.
Dottore: Ma tu… ti batti sempre per il tuo prossimo. E per te? – Dorina: Io sono inchiodata alla mia croce. Che altro mi resta da fare?
Ma poi Mario migliora rapidamente e Dorina chiede al dottore di dimetterlo dalla clinica.
Dottore: Io ho il dovere di metterti in guardia. Può essere pericoloso. Non è perfettamente guarito e una ricaduta può verificarsi senza nessun preavviso. Si tratta di psichiatria, e non di aritmetica, e in psichiatria non sempre due più due fanno quattro. Ho paura per te – Dorina: Potrebbe farmi del male? – Dottore: Non è escluso – Dorina: Correrò il rischio – Dottore: Ti starò sempre vicino, con tutta la mia povera scienza – Dorina: Sono infelice… la vita si è accanita contro di me. E’ la peggior cosa che mi poteva capirare – Dottore: Ti voglio tanto bene, Dorina. Te lo dico adesso… e dimenticalo subito.
Mario viene dimesso dalla clinica ma non si sente bene, le medicine lo fanno sentire stanco e non ha voglia di rimettersi a lavorare e trovarsi nuovamente pieno di problemi da risolvere. Va a trovare la madre, ma lei lo aizza contro la moglie, per la quale non ha mai avuto simpatia. Gli racconta che Dorina si vede spesso col suo dottore e lo mette in guardia.
Mario: Allora, sei l’amante di Tommaso? – Dorina: Ti giuro di no, io voglio bene a te – Mario: Dopotutto che ci sarebbe di strano? Lui è giovane, bello, affascinante. Io sono un relitto… la testa non mi funziona… – Dorina: Figurati se Tommaso si interessa ad una poveretta come me – Mario: Allora è così. Tu lo ami – Dorina: Questa è una tortura, io non resisto, ho lavorato come una pazza, per quattordici ore…
Mario: Manda tutti a casa. Si chiude. Facciamo vacanza – operaio: Si chiude? Ma mancano tre ore ancora. C’è quel lavoro urgente, il cliente aspetta – Mario: Insomma, chi è il padrone, qui? – operaio: Va bene… chiuso, chiuso!
Dorina: Mario, cosa è successo? – Mario: Si chiude, stop!… discorso finito! – Dorina: E come tireremo avanti? – Mario: Non ti preoccupare. Ci penso io. Ho un sacco di idee. Ho un bel cervello, io.
Mario: Hai fatto cadere il mio castello di carte, l’hai fatto apposta – Dorina: Ma no… – Mario: Non negare. Ci hai soffiato sopra, sei dispettosa, malvagia. Non ti voglio a casa mia. Vattene, infame! Fuori… fuori, disgraziata! – Dorina: Ti prego, Mario, è notte, fa freddo, lasciami entrare!
Dorina: Ho bisogno di Tommaso, della sua voce calda, del suo sorriso sicuro, delle sue parole rassicuranti!
Invece non ci va, ma è lui che le telefona, dicendole che il marito è andato in clinica di sua spontanea volontà.
Dottore: Sei ancora decisa a portarlo a casa? – Dorina: Che altro posso fare? Se lo lascio qui, è perduto – Dottore: Lo ami ancora o è solo senso del dovere? – Dorina: Che differenza fa? – Dottore: Nessuna differenza. Se non vuole uscire di casa, assecondalo. Ora è come un bambino, ha bisogno di affetto e di protezione – Dorina: Posso vederlo? – Dottore: Certo. Ora ha paura che tu lo sgridi, ma non dirgli niente.
Mario: Non ce l’hai con me? – Dorina: Ma no, sciocco. Su, andiamo.
Dorina: Ogni tanto piange, si dispera. Poi gli passa, e sembra che non ricordi più nulla – Dottore: Sì, è la fase di regressione. Dove è andato ora? – Dorina: Si è fatto dare i soldi, ed è andato a comprare un altro pezzo – Dottore: Gioca sempre con i trenini elettrici? – Dorina: Ci passa le ore ed è felice. Ma uscirà da questa fase? – Dottore: Ho paura di no – Dorina: Cosa mi consigli di fare? – Dottore: Internarlo in un istituto, dove sarà affidato a personale specializzato – Dorina: No, non posso rassegnarmi. Ci sono alcuni istanti in cui Mario è ancora l’uomo che ho amato e che ho sposato. Quei momenti mi ripagano di tutto – Dottore: Saranno sempre più rari…
Mario: nessuno ha toccato i miei trenini? – Dorina: Stai tranquillo, ci sono stata attenta io – Mario: Espresso Roma-Parigi in arrivo sul terzo binario!
Mario ha un’altra crisi e tenta di uccidere un ragazzo solo perchè stava guardando la moglie, e ora rischia il manicomio criminale. Dorina va a trovarlo…
Dorina: Come stai? – Mario: Bene, benissimo. Ma ti devo parlare di nascosto, chinati. Lo vedi quello su quel letto? E’ una spia. Me l’hanno messo vicino per spiarmi – Dorina: Tu non gli parlare, tanto domani torni a casa. Vuoi tornare nella tua stanza, e giocare coi tuoi trenini? – Mario: Io gioco coi trenini? Ma mi hai preso per uno stupido?
Dorina è disperata…
Non resisto più… non so come farò a tirare avanti. Spero sempre di trovare il mio Mario. E invece c’è uno sconosciuto che ha soltanto l’aspetto fisico di mio marito – Dottore: Rassegnati, Dorina. Quell’uomo… il tuo uomo, non esiste più!
Mario ha l’ennesima crisi e tenta di uccidere Dorina, prendendola per il collo.
Dorina: Ho avuto paura di morire. Mi tremano le mani. Vedere la follia omicida… la voglia di uccidere in quegli occhi, in cui ho sempe letto amore, devozione, gioia… è terribile. Se questa notte resti qui… non rubiamo niente a nessuno vero? – Tommaso: Non c’è nulla di disonesto, te lo giuro. Ti voglio bene, Dorina.
Ma poi un altro giorno passa e Dorina va a trovare il marito in ospedale, e lo trova lucido e dolcissimo.
Dorina: Era come una volta, lui sa che mi ha fatto del male, ed è il primo a provarne dolore. Tommaso, stasera sono certa che guarirà, la speranza è tornata. Non restare stasera. Mi sembrerebbe veramente di tradirlo – Tommaso: Non essere assurda. Io ti amo e tu ami me. Non farti sopraffare dai sensi di colpa, che sono soltanto immaginari – Dorina: Tu sei intelligente, usi parole difficili, ma non potrai farmi dimenticare Mario e quello che è stato per me
Dorina: Che è successo? Perchè mi hai telefonato? – Tommaso: Mario è morto – Dorina: Cosa?! Se ieri stava così bene? – Tommaso: Ha atteso stanotte, ha eluso la sorveglianza degli infermieri. Si è impiccato con un asciugamano – Dorina: Lo ha fatto per me… per questo mi aveva detto che mi avrebbe restituito la felicità. Questo suicidio è colpa mia. Lui aveva capito che non lo amavo più e non ha più voluto vivere – Tommaso: Hai fatto quello che potevi – Dorina: Dovevo fare di più. Amarlo di più. Il mio amore lo avrebbe salvato. Ora lasciami sola. Forse la morte rimarrà fra noi, come una presenza incomoda e gelida – Tommaso: Lui lo ha fatto perchè tu sia felice, e io posso farti felice – Dorina: Forse è così, ma adesso ho bisogno di star sola – Tommaso: Domani… Ti telefono domani.
Stanotte resta con me 1
Stanotte resta con me
Kolossal n. 71 dell’ottobre 1980
Soggetto: Stefano Reda – Regia: Vittorio Richelmy Fotografo: Mario Brambatti
Attori: Marina Coffa – Franco Gasparri – Gianfranco De Angelis – Gianni Medici – Bianca Maria Simonelli – Claudio De Renzi
Dorina è la segretaria del dottor Cerrini. Ultimamente ha problemi col marito ed è stanca e distratta, fa errori sul lavoro e Cerrini la riprende:
Cerrini: Quel matto… ti rende la vita dura, eh? – Dorina: Ma no… è solo un po’ nervoso – Cerrini: Vattene a casa, e per oggi farò a meno della segretaria. Ma lo vuoi un consiglio? Vai a parlare con il dottor Janni – Dorina: A che fare? – Cerrini: A parlargli di Mario, tuo marito. Io lo conosco bene, sai… da quando era un ragazzo di quindici anni. E’ mica tutto sano, il tuo Mario – Dorina: Ma che dice? Mario è sanissimo. Meglio di tanti altri.
Mario ha una piccola fabbrica che dirige da solo, ma le cose non vanno bene, non riesce a dominare l’ansia e scatta per un nonnulla.
Mario: Dorina… svegliati! Non riesco a dormire. Divento pazzo, se non dormo – Dorina: Ma io devo andare a lavorare, domattina. Questa è una tortura… – Mario: Ho preso tre pastiglie di sonnifero, capisci? – Dorina: Tesoro, cerca di star tranquillo – Mario: Come faccio? Penso alle scadenze, al lavoro che non va, alla banca e al mutuo… e non ce la faccio a dormire – Dorina: Stavamo meglio quando eri un caporeparto da Cerrini – Mario: Lo vedi… è lui che ti manda a dire queste cose… ma io non ci ritorno a fare il dipendente! Perchè io ho cervello, capisci? Più di lui… e li voglio anch’io i miliardi! – Dorina: Che me ne importa dei miliardi? Voglio dormire, domattina mi devo alzare alle sette…
Dorina si convince che il marito ha bisogno dell’aiuto di un medico…
Dorina: “Uno psichiatra… Mario non è matto, è solo un po’ esaurito… ” – Dottore: Avanti… avanti, e chiudi la porta – Dorina: Ma io cercavo il dottore… – Dottore: Il dottore sono io. Sto facendo un po’ di yoga. Mettiti seduta e vengo subito da te.
Dottore: I sintomi ci sono, di un esaurimento nervoso, probabilmente da superlavoro. Da quanto siete sposati? – Dorina: Da due anni – Dottore: E’ stato un matrimonio d’amore? – Dorina: Io sono la segretaria del titolare, il signor Cerrini. Mio marito era il caporeparto della cartiera, e insomma… ci siamo presi proprio una bella cotta – Dottore: bisogna che io lo veda, me lo devi portare qui nel mio studio. Studieremo una strategia adeguata
Mario: Mi odiate tutti, non ce la faccio più. Io la chiudo, questa maledetta fabbrica – operaio: Bisogna star calmi, con i nervi non si conclude niente – Dorina: Sei troppo nervoso, tesoro. Dovresti vedere un medico. Tu hai un esaurimento nervoso – Mario: Schiocchezze! Sto benissimo. Anzi, ho una fame… sai che ti dico? Ce ne andiamo a mangiare qualcosa fuori, come quando eravamo fidanzati – Dorina: Altri tempi, quando eravamo fidanzati!
Ma la notte…
No, non dormire. Non lasciarmi solo, ho paura – Di cosa hai paura? – Di me, Dorina, sai… quell’operaio, in quel momento, l’avrei ammazzato. E siamo amici – Sono i tuoi nervi che vanno a pezzi – Il cervello mi brucia dentro, come se andasse a fuoco – Prova con un medico, che ti costa? Mi hanno parlato di uno, molto bravo – Non andrai a dire in giro che io non sto bene… Guarda che…
Mario: Sei sicura che l’appuntamento è qui? E che razza di medico è questo, che dà appuntamento in campagna? – Dorina: Devi avere fiducia, caro. Sono medici giovani, moderni.
Mario: Certo che come dottore è strano. Io volevo discutere della cura, e lui niente. Voleva sapere del lavoro, dei debiti, della banca – Dorina: Insomma… che cura ti ha dato? – Mario: Nessuna. Neanche una pillola, uno sciroppo… niente – Dorina: E come siete rimasti? – Mario: Ci penserà, e poi mi farà sapere la sua opinione e la sua proposta.
Allora dottore, come stanno le cose? – Non troppo bene. Il problema è più grosso di quanto immaginassi. Non si tratta solo di un esaurimento nervoso. C’è una sindrome dissociativa, abbastanza avanzata. I rapporti di Mario con la realtà non sono più normali – Adesso non tirar fuori che Mario è matto, perchè non ci credo – Non voglio dire questo, ma bisogna ricoverarlo in una clinica.
Il dottore cerca di convincere Mario a ricoverarsi in clinica…
Ma è impossibile, come posso lasciare tutto? Se io lascio, crolla tutto – Ti capisco, ma si tratta solo di pochi giorni. Il tuo cervello è una macchina da corsa che corre il rischio di grippare. Devi lasciarlo un po’ a riposo.
Il dottore spiega a Dorina e a Cerrini la situazione.
Dottore: Gli affari gli vanno male, e lui deve dare la colpa a qualcuno e così si crea l’immagine di un nemico che lo perseguita. Qual è esattamente la situazione della sua azienda? – Cerrini: Mario è bravo, è lavoratore, ma litiga con tutti. Nella vita ci vuole sempre un po’ di diplomazia, ma lui non sa nemmeno cos’è – Dottore: Gli faccia avere una proroga dalla banca, ed io riuscirò a convincerlo.