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Adesso puoi lasciarmi addio 2

Adesso puoi lasciarmi… addio

Ermanno va a cercare Sveva…

Ermanno: Oggi era… il giorno del nostro matrimonio. Sveva: E’ stato meglio così, meglio prima che dopo. Non ti ho mai mentito, c’è solo una grande confusione nella mia testa. Non è facile come sembra. La vita non è così: tagliata con l’accetta, metà bianca e metà nera. A volte i nostri sentimenti si confondono, si accavallano. Non c’è nulla di netto, di preciso. Ermanno: Dormi nel letto con lui e mi dici che ti sono caro.  Potevi venire da me, spiegarmi. Ne avremmo discusso insieme, da persone civili. Sei fuggita così, senza una parola. Sveva: Avrei voluto sposarti, essere felice e serena con te, ma non potevo, sono come un uccellino rimasto incollato al panio e che non ha scampo. Ermanno: Cos’è questa voglia di punirti, di mortificarti? Perchè? Sei pazza e travolgi anche me nella tua pazzia. Ma non posso serbarti rancore. Se hai bisogno…

Scene di ordinaria follia… Sebastian non ha mantenuto la promessa di non bucarsi più

Ma poi le torna a giurare che smetterà veramente,  le chiede aiuto col cuore, e Sveva accetta nuovamente di stargli vicino, aiutandolo a superare quelle tremende crisi di astinenza.
Sebastian: Soffro da impazzire, come se una mano mi afferrasse le viscere e me le strizzasse. Mi sento morire… aiutami, non ce la faccio.

Sebastian: Non è possibile smettere così all’improvviso… ci posso rimettere la pelle. Bisogna ridurre lentamente, per il primo mese almeno una volta al giorno, poi faremo una volta ogni due giorni.  Sveva: Ma quella maledetta porcheria costa più dell’oro… Chi ce li darà i soldi?

Sebastian ha nuovamente usato le dosi che Sveva aveva nascosto senza dirle nulla.

Sveva: Ma lo sai che ho fatto, per averle? Ho dovuto supplicare i più schifosi spacciatori, mi sono umiliata dinanzi a gente che mi faceva schifo.  Sebastian: Oh, non darti arie di aristocratica in esilio tra i plebei. Sveva: Lui, il grande artista, sta sul letto e aspetta, ed io per trovare i soldi ho fatto la modella all’Accademia. Mi sono messa nuda davanti a trenta studenti, per ventimila lire l’ora. Io faccio di tutto Sebastian, perchè non mi aiuti?

Adesso puoi lasciarmi... addio

Sveva chiede aiuto alla madre, che a malavoglia decide di aiutarla, ma il marito le trova nella borsetta i soldi per la figlia e va su tutte le furie. Non le rimane che chiedere aiuto ad Ermanno.

Ermanno: Mi stai facendo fare la figura dell’imbecille. Ed è la prima volta in vita mia. Sveva: Perchè parli così? Non è degno di te. Ermanno: Già, troppo facile, Ermanno è nobile, virtuoso, onesto. E intanto… Tu stai con lui e io non faccio che vedervi insieme. E’ come un chiodo nel cervello che mi impedisce di lavorare, di vivere, di respirare. Già, ma tu devi fare la tua autopunizione, io però, perchè devo soffrire? Vuoi i miei soldi, ma cosa sei pronta a fare per averli? Sveva: Tutto. Ermanno: Va bene, spogliati. Hai capito benissimo, voglio qualcosa in cambio, te.  Sveva: Ma quello che fai è una vigliaccata di quelle… 

Adesso puoi lasciarmi... addio
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Ermanno: Tu hai fatto anche di peggio. Se vuoi questi soldi, guadagnateli.   No, Sveva, no. Scusami tesoro, mi vergogno di averlo solo pensato. Sveva: Non ti serbo rancore. Ermanno: Perchè non sono riuscito a farmi amare così da te? Sveva: Forse perchè non sei abbastanza infelice.

Adesso puoi lasciarmi... addio
Adesso puoi lasciarmi... addio

Ma poi, grazie ai soldi di Ermanno,  Sebastian si sottopone alla cura di disintossicazione e pian piano, con atroci sofferenze, e con la pazienza e la dedizione di Sveva, ne viene fuori.  Riesce a tornare quello di una volta, gli torna la forza e la voglia di lavorare, di creare. E il mercante d’arte Jolas gli trova un acquirente per un suo vecchio lavoro. Finalmente le cose iniziano ad ingranare, un famoso mercante d’arte gli propone un contratto in esclusiva se parte per l’America. Sebastian non chiede neppure a Sveva se lei è d’accordo, le chiede semplicemente di aspettare che lui la chiami. Il sorriso di Sveva si spegne lentamente.  Sveva: Ora è un altro, non ha più bisogno di me. Mi dimenticherà, lo sento… Gli artisti sono uomini che rimangono bambini, con tutti i capricci, l’egoismo e il fascino dei bambini.

Adesso puoi lasciarmi... addio

La madre va a cercare Sveva supplicandola di tornare a casa ora che è rimasta sola.

Madre di Sveva: Hai fatto tutto questo per quell’uomo che ti ha piantata come uno straccio vecchio. Sveva: Non avete mai capito niente di me… Io non ho fatto niente per Sebastian, quello che ho fatto, l’ho fatto per me, per la mia coscienza, per la mia pace interiore.  Madre di Sveva: Cosa fai ancora qui? Lo aspetti ancora? Ma Sebastian si è scordato che esisti.

Ma le visite non sono finite…

Ermanno: Mi ero preparato un sacco di belle cose da dire ma adesso sento che non ce la faccio a dirtele. Comincerò dalla fine, mi vuoi sposare Sveva? Non mi rispondi, ti sembra tanto brutta la prospettiva di vivere con me per sempre? Sveva: No, non mi sembra affatto brutta. Solo che… ancora non me la sento. Un giorno forse, se me lo chiederai di nuovo, ti sposerò. Sì, sarebbe bello potergli dire di sì, e forse un giorno… Penso che un giorno ti sposerò. Lo penso davvero, Ermanno. E’ la cosa più sensata che posso fare.

Adesso puoi lasciarmi... addio
Adesso puoi lasciarmi... addio

Ma se un giorno “lui” mi chiamasse, mi invitasse a raggiungerlo, sarei capace di resistere? L’amore è più forte di qualunque volontà. L’amore… il mio amore è Sebastian.

Adesso puoi lasciarmi addio 1

Adesso puoi lasciarmi... addio

Adesso puoi lasciarmi… addio

Kolossal n. 47 dell’ottobre 1978
Soggetto: Stefano Reda – Regia: Paolo Brunetti – Fotografo: Gianni Cavicchia

Attori: Marina Coffa – Max Delys- Frank O’Neil – Adriana Rame – Gianni Medici – Kirk Morris – Gianfranco De Angelis – Gabriele Villa – Nando Sarlo – Franco Graceffa

Manca solo una settimana alle nozze di Sveva con Ermanno, entrambi giovani, belli e ricchi.

Ma il passato di Sveva bussa prepotentemente alla porta… Un poliziotto le chiede di identificare una persona che è stata trovata per terra in un giardino pubblico, con la sua foto ed il suo nome in tasca.

Adesso puoi lasciarmi... addio
Adesso puoi lasciarmi... addio

E’ un flash…. I ricordi tornano tutti insieme,  felicità e disperazione, ed un solo nome: Sebastian.
“Sebastian, che hai fatto di te? Chi ti ha ridotto in questo stato?”
Sveva non sa staccarsi da quel letto di ospedale.

Adesso puoi lasciarmi... addio
Adesso puoi lasciarmi... addio

Non ci capivo niente di tutte le cose che facevi, ma credevo nel tuo genio, nel tuo lavoro di forgiatore. Sono stati giorni felici, ore brucianti, minuti senza tempo, fra lo stupore dei robivecchi, quando cercavi l’ispirazione in quei cimiteri di cose inutili.
Si dormiva nel retrobottega, il letto era stretto, il materasso raspava la schiena, eppure non l’avrei scambiata quella branda, con il palazzo reale.

Adesso puoi lasciarmi... addio
Adesso puoi lasciarmi... addio

Ma nessuno ce li comprava quei capolavori, e non si batteva un chiodo, e qualche volta si pativa la fame. Ma quando riuscivo a sgraffignare qualche soldo a mio padre, che festa e che allegria, e come passavano veloci quelle ore a mangiare spaghetti e a discutere di arte.

Adesso puoi lasciarmi... addio
Adesso puoi lasciarmi... addio

Sveva chiede al padre i soldi per far curare Sebastian in un Ospedale privato, ma il padre non ne vuole sentir parlare.

Sveva: Ragioni come un ottuso! Padre di Sveva: Ragiono come un padre che ha avuto per sua sfortuna una figlia pazza e sballata. Ed io, purtroppo, devo proteggerti da te stessa.  Sveva: Ti ho chiesto solo uno schifoso maledetto milione, per un poveraccio che sta morendo! Padre di Sveva: Ti abbiamo salvata, ti abbiamo aiutata, stai per sposare un ragazzo onesto, buono ed equilibrato. Il discorso è chiuso. Sveva: E invece è appena cominciato, papà. Non posso tollerare che Sebastian muoia come un cane, in una corsia d’ospedale.

Adesso puoi lasciarmi... addio

Sveva chiede ad Ermanno, il suo futuro marito, il milione che serve a Sebastian, ed Ermanno,  come sempre, si dimostra comprensivo e tollerante.

Sveva: Perchè ti sei ridotto così Sebastian? Sebastian: Tu non conosci il piacere sottile della disperazione.  Forse hai ragione tu, sono un fallito, uno che s’illude di essere un genio e che ha il terrore della realtà. Sono stato una bestia con te, e ti ho persa. Tutto, nella vita, si frantuma nelle mie mani. Sveva: Sapessi che tenerezza mi hai fatto… Tu, così rozzo e antiromantico, con la mia fotografia in tasca.

Comincia per Sebastian la terapia di disintossicazione…
Sebastian: Dottore, maledetto, dammi un po’ di roba, non resisto più. Dottore: E’ un ragazzo immaturo e crudele, per me è irrecuperabile.

Adesso puoi lasciarmi... addio

Il dottore telefona a Sveva, Sebastian se ne è andato, facendosi ridare i soldi del deposito dell’Ospedale. Sveva esce in fretta e ripercorre quelle strade per lei così familiari.
Sveva: Questo selciato, che non credevo di dover calpestare più. Ed è tutto morto, qui… il cimitero dei miei ricordi, delle mie illusioni, delle mie speranze.

Sebastian la ricatta, con la sua disperazione, per farla tornare con lui.
Sveva: Va bene, resto con te, a patto che butti via quella “roba”.

 

Adesso puoi lasciarmi... addio

Sveva parla col padre: Papà mi dispiace, per quello che vi faccio, per la cattiva figura, per il dolore che dò alla mamma, e ad Ermanno. Ma non posso farci niente. Non c’è nulla di ragionevole in quello che faccio, e quindi come posso spiegarti? Padre di Sveva: Quest’uomo ti distruggerà. E’ un disonesto, un pigro, un essere immondo. Sveva: Forse hai ragione, papà, ma non posso farci niente. Padre di Sveva: Io ti cancello dalla mia vita, dai miei ricordi, per sempre. Sveva: Io continuerò a volerti bene, papà.

Adesso puoi lasciarmi... addio

E ricomincia la vita di sempre. Sebastian a creare forme, e Sveva a tentare di venderle.

Gallerista:   Sei sprecata con quel pagliaccio e invece dovresti essere l’ispiratrice di un genio. Sveva: Ognuna ha il genio che si merita. Monna Lisa ha avuto Leonardo, Jeanne ha avuto Modigliani, e io mi contento di Sebastian.

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Cucciolo 3

Cucciolo

Governante di Laura: E’ molto grave? Laura: Sì. Governante: Se è arrivato l’amore, è inutile resistergli. Le parlo come una madre, la conosco da tanto. Il suo matrimonio non è mai stato felice. Emilio non è l’uomo per lei. Laura: Non mi ha fatto mai mancare nulla. Governante: Solo la felicità, le è mancata. Le pare poco? Non ne faccia una tragedia, parli francamente con suo marito. Siamo quasi nel duemila, certe cose oggi sono all’ordine del giorno. Laura: E’ che lui ha diciotto anni. Governante: Cosa? Diciotto anni? Ma cosa mi sta combinando, signora?  E se ne esce senza aggiungere altro. Laura: “Non dirà niente ad Emilio, mi vuol bene ed è fedele. Ma anche per lei… non sono una donna innamorata, ma una matta che sta dando i numeri.”

Cucciolo

Laura discute continuamente con Andrea per lo stesso motivo…
Andrea: C’è una cosa di cui dovresti vergognarti ma non è di amare uno di diciotto anni. E’ continuare a vivere una vita vuota, fatta di un mucchio di balle, vicino ad un uomo che non ami.

 

Cucciolo
Cucciolo

Poi nella casa dove Laura vive ancora col marito viene recapitato un cucciolo, e Laura capisce che solo Andrea potrebbe aver fatto quel gesto.  Si fa coraggio e confessa al marito di averlo tradito e di volerlo abbandonare. Fa le valigie e bussa alla porta di Andrea.

 

Cucciolo

Per Laura ed Andrea comincia finalmente una nuova vita, nella quale ognuno realizza le proprie aspirazioni.  Andrea studia e Laura fa quello che ha sempre sognato: disegnare.

Mentre passeggiano insieme per la città fanno un incontro inatteso: Lulù. L’incontro è imbarazzante, ma ormai sono rassegnati al disprezzo della gente.

Laura per caso in tasca di Andrea l’indirizzo di uno specialista e si insospettisce. Lo va a trovare, e il Dottore gli confessa che Andrea soffre di un male incurabile. Stringe i denti e con Andrea fa finta di niente.
E di nuovo giornate sorridenti, solari. Momenti indimenticabili, passeggiate nei freddi pomeriggi invernali.

Cucciolo
Cucciolo

Finchè una sera…

Laura: Dottor Varda? E’ meglio che lei venga subito, si tratta di Andrea. La visita è stata lunga, eterna. Dottore: Si faccia coraggio, accade quello di cui l’ho avvertita quando è venuta a trovarmi. Laura: E’… finita? Lui adesso lo sa? Dottore: Non gli ho detto niente. Ma ora credo abbia capito. E’ questione di poco, ormai.

Cucciolo

Andrea: Ricordi? Avevo promesso che non ti avrei mai lasciata. Non ti vedo quasi più. Vienimi più vicina. Ti voglio così… Ti voglio così bene… Sono stato felice con te.

Cucciolo
Cucciolo

Si stupisce di respirare, di camminare, di vivere ancora, ora che lui non c’è più. I parenti di Andrea non l’hanno degnata di uno sguardo… Ora se ne torna verso casa, in quel grigio mattino. Accarezza quel cucciolo che lui gli ha donato, come se accarezzasse lui. Gli occhi le bruciano. C’è una luce accecante, quel mattino. E un po’ di vento… Come se fosse primavera.

Cucciolo

Cucciolo 2

Cucciolo

Cucciolo

Al ritorno c’è il marito che l’aspetta…
Emilio: Brava! E così ho scoperto che te ne stai in giro nei boschi fino a sera. Con questa umidità!
Lei non lo ascolta più. Ha vivi sulla bocca, sul viso, sul collo… i baci di Andrea.

Cucciolo
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Laura deve sopportare il marito e le sue raccomandazioni per tutta la sera. Poi, inaspettatamente, Andrea arriva all’albergo, ufficialmente per salutare Lulù, ma in realtà perchè vuole vedere lei. Laura si accorge che Andrea è pallido da far pena, perchè è geloso di Emilio.

Cucciolo

Il marito di Laura il giorno dopo se ne va, lasciandola sola a combattere con i suoi sensi di colpa e le sue emozioni.
Laura: “Stupida a crearti tanti problemi. Ti sei lasciata coinvolgere da un ragazzo, ti ci vuol niente a rimetterlo al suo posto. Ma a me, chi mi rimette a posto?”. Andrea ricatta Laura minacciando di baciarla davanti a tutti se non andrà nel bosco ad incontrarlo. Lei cede, molto combattuta.
Laura: Che c’entro io con te? Dovrebbe esserci Lulù al mi posto. Andrea: Ce c’entra Lulù con me? Non amo lei, io! Laura: Mi sto vergognando, come ho potuto innamorarmi di te? Andrea: Ti ho conquistata mio malgrado. Non ho proprio fatto niente per far colpo su di te. Laura: E’ vero… Ti trovavo simpatico, allegro, niente di più. Andrea: Ma anche tu mi hai conquistato tuo malgrado. Non sei mai stata maliziosa, nè civetta.

Cucciolo

Al ritorno lo scrittore Gianluca Marelli che è ospite dell’albergo, la mette decisamente in imbarazzo di fronte agli altri, vendicandosi di essere stato snobbato.  Laura si accorge di essere stata vista in compagnia di Andrea ed è presa dal panico.
Gianluca Marelli: Brucia, sa… essere respinto da una bella donna e poi trovarla appiccicata ad un ragazzino! Ma mi sono già vendicato abbastanza. Mi basta averle tolto dalla faccia in un attimo quella sua smorfietta di donna casta, tanto falsa e tanto irritante! Laura: Se ne vada!
Portiere d’albergo: Oh, signora cara… posso fare qualcosa per lei? Gianluca Marelli: Credo che abbia bisogno più che mai della sua solita camomilla.

Lacrime di fuoco le inondano il viso. Laura: Non posso sopportare che mi si parli così, eppure me lo sono meritato… non avrei mai dovuto… con Andrea. Andrea… Cosa darei perchè tu fossi davvero qui con me. Dimenticherei tutto, guardando quel tuo viso da cucciolo.

Il giorno dopo Laura lascia l’albergo. Andrea la cerca inutilmente alla reception, ma non si rassegna. Non parte più per l’Inghilterra per perfezionare l’inglese, anzi, comunica ai genitori che è inutile impedirglielo,  che è maggiorenne ed in grado di mantenersi con l’eredità della nonna, nel caso loro fossero contrari.
Squilla il telefono in casa di Laura. La governante: Mi scusi, signora. Una sua amica al telefono. Dice che è urgente. Andrea: Sono a Roma e voglio vederti… subito! Laura: Io… non voglio. E poi non… non posso uscire adesso. Andrea: Allora ci vediamo domani mattina, alle dieci. Governante: Signora, è meglio che torni da suo marito. Ma sì, ho sentito… Ho detto che al telefono c’era una sua amica, ma quest’uomo aveva una voce così disperata. E poi, crede che non mi sia accorta, quando è tornata, che qualcosa… o forse tutto è cambiato in lei?

Cucciolo
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Andrea La butta giù con una spinta. Affonda lo sguardo in quegli occhi spaventati.
Andrea: Ho diciotto anni e tu trentadue. Sei sposata. Sarà un casino del diavolo… Ma lasceremo che la gente dica. A me daranno del bamboccio che si fa sedurre, di te diranno che sei viziosa e dissoluta. Laura: Non potrò sopportarlo. Andrea: Preferisci che non ci vediamo più? E correre a rifugiarti nella tua rispettabilità di moglie di ottimo professionista? Senza amore, senza più niente? Laura: Cerca di capire… E’ una pazzia.
Lui la bacia, e il mondo sparisce e spariscono pena e incertezze, angoscia e vergogna. L’amore rende puro ogni gesto, ogni carezza.

Cucciolo

Cucciolo 1

Cucciolo

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Kolossal n. 53 dell’aprile 1979
Soggetto: Vanna De Angelis – Regia: Vittorio Richelmy – Fotografo: Gianni Cavicchia

Attori: Michela Roc – Robert Gligorov – Antonella – Gianni Vannicola – Rosalba Grottesi – Gianfranco De Angelis – Raika Juri – Silla Bettini – Bianca Maria Simonelli – Maurizio Di Clemente

Cucciolo

Laura è la moglie di un famoso cardiologo, un uomo metodico e noioso; il suo matrimonio non è felice e forse questa sua insoddisfazione le ha procurato un piccolo esaurimento. Essendo fuori stagione per ammazzare la noia gioca a carte o chiacchiera con le altre ospiti dell’albergo

Cucciolo

Rientrando in camera si ritrova improvvisamente fra le braccia di un ragazzino che la bacia appassionatamente. Si tratta di Andrea, che aveva appuntamento con Lulù, una diciottenne sua coetanea,  e che ha sbagliato stanza

Andrea: Dolente di averla terrorizzata ma non se la pigli tanto per un semplice equivoco. Ero qui credendo di vederci entrare una donna, e invece… Laura: “E invece? Credeva di trovarci una donna… E io chi sono? L’Eternauta, forse?!”

Cucciolo

Il giorno dopo Andrea e Lulù sono in procinto di giocare a tennis…

Cucciolo
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Andrea: Ehi… sono io! Laura: Lo vedo bene chi sei.. il Casanova della regione.
Le scuse sono presto fatte. Andrea chiede a Laura di mantenere il segreto con la zia di Lulù che è ospite dell’albergo e lei acconsente. Un saluto e via, fischiettando. Neanche una parola, sul lungo bacio che le ha dato.

Le sere all’albergo sono tutte uguali, puntualmente arriva la telefonata del marito di Laura con la solita sfilza di raccomandazioni.
Laura: Si è sempre comportato in modo severo e autoritario, come se fosse mio padre… o come se io fossi un po’ oca, una che non sa camminare sulle proprie gambe nè cavarsela da sola.

Per Laura solita passeggiata tutte le mattine, davanti al tennis e poi nel bosco.
Laura: Niente partita a tennis oggi? Andrea: E chi lo sa? Lulù ce l’ha con me. Ieri sera abbiamo litigato per non so cosa e ora me la fa pagare facendomi attendere ore. Laura: Un bel guaio le donne, eh? Laura prova a spiegare ad Andrea che dall’alto dei suoi anni può permettersi di prenderlo un pochino in giro. Laura: Ma lo sai quanti anni ho io? Un mucchio più di te: trentadue. Andrea: E perchè mai a trentadue anni passa le sue giornate come se ne avesse novanta? Di che ha paura? Lei si fa di fuoco. Laura: Io… io sono sposata. E poi… che dovrei fare?

Cucciolo

Un altra giornata è passata e nuovamente Laura e Andrea si incontrano. Lui tenta di insegnarle a pescare. Fino a quel giorno, Laura si era creduta una donna che della vita sa già tutto, che ha avuto tutto… Eppure solo ora si accorge di come può essere bello un cielo d’autunno. Spensieratezza. Lasciarsi vivere… le loro voci allegre. Si salutano, educatamente, facendo finta che quel piccolo brivido così intenso, non ci sia mai stato.

Cucciolo

Laura non riesce a prendere sonno. “E’ stato solo un attimo. Non devo pensarci più. Ha solo diciotto anni… come posso perderci solo un minuto, a pensare ancora a lui?” Andrea si confida col fratellino: E’ che mi sta capitando una cosa strana… una cosa pazzesca. Ma non ho voglia di parlarne.

Di nuovo nel bosco… Parole banali, per nascondere la paura… di qualcosa di forte, di violento, che c’è fra di loro, che turba entrambi.

Andrea: Aspetti! Laura: Che c’è? C’è che lui non ce la fa proprio a essere ragionevole. Non ci resiste a non baciarla, è più forte di lui, e la stringe…

Cucciolo

I fotoromanzi più belli

I fotoromanzi più belli

Il confine tra fotoromanzi più famosi e fotoromanzi più belli è labile, per diversi motivi. Se andando indietro nel tempo cercassimo di ricordare i fotoromanzi che più ci sono piaciuti potremmo stilare un elenco, ma se rileggendoli oggi ne stilassimo un altro, molti di quelli che ci hanno fatto sognare non sarebbero presenti. Si ricorda sempre benevolmente il passato, perchè fa parte della parte più spensierata della nostra vita, e si tende a sopravvalutarlo. C’è chi predilige storie d’amore, chi le vuole movimentate, chi  drammatiche, chi vuole solo un po’ di leggerezza,  ognuno di noi ha comunque un fotoromanzo che porta nel cuore, ma i fotoromanzi della Lancio più famosi in assoluto sono: “Il treno che porta Rosy” e “Cucciolo”. Il mio elenco comprende comunque sia i fotoromanzi più belli che quelli più famosi.

30 settembre chi ama e chi uccide
5 ragazzi in cerca di sogni
A bassa voce
A Parigi t’ho detto “Je t’aime”
Addio a una stella
Adesso puoi lasciarmi… addio
Agostina
Amore a New York
Andrew Bannister reporter
Antonella faccia da schiaffi
Bambini
Bay Manor
Bulli & pupe
Buonanotte Azzurra
Buongiorno Ketty
Capri addio
Cerca la mezza mela
Certi amori
Charlie 8585
Ciao, Genny
Cieli limpidi
Claudia per amore
Com’è triste Venezia per me
Come una farfalla bianca
Complice il sole e l’incanto del mare
Cucciolo
Deserto d’odio
Domani amore mio… domani
Domani ci sarà
Due ragazze che amavano Johnny
E Anael vivrà
E poi come un vento improvviso
E scenderà la notte
E se tornassi
Ero come un brutto anatroccolo
Famiglia Valle
Fino all’ultimo istante
Fiori nel fango
Fotoromanzo dedicato a Lia
Fra quattro mura
Fratello mio
Fuga dal collegio
Giorni senza Lia
Giselda del faro
Giustizia d’amore
Hanno tutti il volto di Simon
Ho 15 anni e ti amo
I colori e le ore del giorno e della notte
I due ricchi e i due poveri
I girasoli
I ricordi in una scatola
I segreti di Silvia
Il coraggio di vivere
Il diavolo ha gli occhi verdi
Il filo dell’aquilone
Il gabbiano dalle ali bianche
Il lord e la ragazza hippy
Il profumo del passato
Il profumo della vita
Il pugnale e la rosa
Il ragazzo dai capelli lunghi
Il ragazzo dei segreti
Il ragazzo del mare
Il ritmo del cuore
Il rumore dell’erba
Il sangue e l’onore
Il treno che porta Rosy
Insieme nel vento
Io cavallo pazzo, tu occhi di luna
Io ci sarò
Io non c’ero
Io, il diavolo
Iris dei fiori
Jessica per sempre
L’amante segreta
L’ho fatto per amore
L’ultima fantasia
L’uomo dell’altra
La corsa della vita
La foglia del gelso
La ragazza e il detective
La rondine e il falco
La spiga d’Irlanda
La stella nella polvere
Le ruote di ghiaccio
Le tue lacrime e il tuo sorriso
Lei tra noi due
Lui sapeva sognare
Margherita
Mentre si avvicina la signora in nero
Messaggio d’amore
Mia principessa
Myriam
Nel cuore di Chiara
Nel grande blu
Neppure una lacrima
Nico strega
Non lasciatemi andar via
Non sarà più primavera
Non solo odio
Occhi di bambina
Occhi di cielo
Occhi di gatto
Ogni volta che…
Ondine… la ragazza venuta dal mare
Padre per caso
Patricia addio
Per amare è bello vivere
Per me c’è un uomo dalle tempie grigie
Per sempre vent’anni
Perchè Lucy, perchè?
Perdersi
Quel dolce bellissimo addio
Quel meraviglioso sabato mattina pieno di sole
Radici spezzate
Se ci siamo noi due… il mondo è bello anche così
Sei personaggi in cerca d’amore
Sette anni d’amore e poi…
Solo mia
Sorelle
Spaccacuore
Stanotte resta con me
Storie così
Stringimi forte e il sole splenderà
Sulle tue tracce
Susan per sempre
Terry… la mia realtà
Ti amo carogna
Troppo piccola per l’amore
Tu come nessuna
Un abito bianco da sposa
Un addio e una speranza
Un giorno Caterina saprà
Un giovedì rosso geranio
Una donna
Una pagina di speranza
Una ragazza da quattro soldi
Una rosa bianca
Una rosa nel deserto
Uomini
Verso la notte